Scuola e laboratori

Da tre anni abbiamo aggiunto un’importante attività a quella delle scuole. I laboratori, condotti da Chaty e ispirati alle idee che ci dà Silvana Sperati, amica e collega qui a Milano. I laboratori sono derivati dal concetto di creatività e libertà del fare di Munari, arricchiti da una manualità e da una libera interpretazione delle possibili attività che, con i materiali a disposizione, i bambini possono condurre. Nascono disegni, collage, giochi con la terra e l’acqua e le piante, costruzioni con i materiali di riciclo. Ognuno trova la sua strada e tutti sono sempre affamati di novità, di nuove idee. Shukrani è sempre molto entusiasta. Vainquer un fiume di idee e tecnologia. È così straordinario vedere la loro fantasia e la capacità che hanno di creare con niente.

Le scuole sono un must che però è pieno di luci ed ombre: luci ovvero comunque la nostra volontà di mandarli alle scuole cosiddette primarie, ovvero per otto anni; ombre perché sono scuole congolesi, pubbliche ma che non funzionano molto bene, con maestri impreparati e spesso assenti in quanto pagati poco e male, con muri fatiscenti e banchi rotti.

Il francese è una lingua che in pochi sanno bene, quindi è una barriera all’ingresso. Le scuole non lo insegnano correttamente, e questo crea ragazzi e ragazze che parlano la lingua dei giorni, il lingala. Abbiamo chiesto a chi un po’ di francese lo parla, Chaty e Nono, di parlare solo in francese con i bambini, in modo che imparino. E anche a Niclette, che lo conosce bene in quanto ha avuto un’educazione certamente migliore di quella della casa famiglia.

Viaggi

I soci fondatori, vale a dire Rosella, Giampietro, Anna e Beppe, si sono alternati in questi anni o sono andati tutti insieme per garantire sempre un ponte di presenza e sostegno. Solo il covid ci ha fermati. Non sono condizioni facili quelle che si incontrano là. A parte la difficoltà del clima, umido e caldo, e della città, ostile, caotica, senza occidentali che non siano blindati perché businessmen o funzionari di qualche organismo internazionale (ma nei quartieri che frequenta Tolamuka non se ne vedono), tutti gli altri sono incuriositi se non ostili. Occorre andare in giro scortati da un gruppo di ragazzi grandi e da Desiré sempre.

Le notizie dei virus sono spesso inquietanti e poco chiare. Anche a fine 2024 sembra che una misteriosa malattia, dopo la Mpox, venga dal Congo. Ebola è sempre in qualche da qualche parte nelle zone rurali, in focolai placati.

Con queste premesse, negli ultimi anni sono venuti con noi nuovi e vecchi amici. Raffaele, il figlio di Beppe, a cui DiTria si è affezionato come un fratello maggiore. Karol, amata e adorata da tutti i bambini e additata nelle strade come ragazza-sogno di molti. Negli ultimi due anni Annalisa, Susanna e Alberto si sono dimostrati fidi compagni di avventure e persone piene di generosità per i bimbi.

Alcuni pensano di venire, ma già i vaccini fanno desistere, e noi stessi, gruppo di fondatori, valutiamo bene la tenuta psicofisica di eventuali compagni di viaggio.

L’affetto dei bambini è immenso, ma il cibo, il clima, le condizioni igieniche e la mancanza di acqua e luce fa sì che sia necessario prepararsi molto bene per non creare poi problemi a chi di problemi ne ha già abbastanza. Non è un’alternativa a un viaggio di piacere. Non è un’avventura esotica.  Si deve pensare a loro, a chi si affeziona a noi, a chi vuole divertirsi con la nostra compagnia ma che anche ha bisogno di imparare, di avere delle figure di riferimento che non mollano, che non li tradiscono passando oltre, che non li riempiono di inutili cose quando non hanno neppure idea di cosa voglia dire leggere e scrivere in modo decente. Sono equilibri fragilissimi, che richiedono consapevolezza.

Feste e gite

Ogni volta che qualcuno di noi o tutti insieme si va a Kinshasa, si organizza un pranzo di saluto alla partenza e una gita. Con le gite abbiamo visto il fiume Congo in vari punti, con le sue leggendarie acque marroni e le sue coste e il suo cielo che sa di Equatore; i Bonobo, mitici primati nostri antenati; le cascate Zongo, vero cuore dell’Africa nera; la Piscina del Fikin di Kinshasa. I viaggi sono sempre stati difficoltosi, con bus di fortuna su panche di legno rigide, tutti compressi e sudati, a volte sotto la pioggia, a volte a rischio pneumatico bucato. Ma i bimbi hanno sempre avuto l’energia di cantare dall’inizio alla fine, di andare sulle giostre, di chiedere e avere la sucré, di addormentarsi esausti ma felici. Negli ultimi viaggi, per ragioni di sicurezza, non abbiamo viaggiato fuori dalla città, ma non ci siamo mai fatti mancare la festa. Balli per loro essenziali che vivono con una frenesia e una capacità di movimento che lascia a bocca aperta; canti ritmati; casse a tutto volume; un pasto a volte italiano (gli strani spaghetti) a volte più di compromesso (riso allo zafferano), e quando possibile con della carne.